venerdì 2 ottobre 2009

Vestirsi per andare in ufficio


In ufficio non ci si può vestire anonime..

e in tempi di "non regole", la decisione é più difficile.


Vestirsi per andare a lavorare è spesso un gesto meccanico.

O almeno così sembra alle donne che lo fanno e rifanno ogni mattina, ma l’irriflesso quotidiano rivela di più del complesso rapporto tra una donna e la sua immagine vestita.

Si diceva del vestirsi per lavorare.

Gli ambienti di lavoro non permettono di essere creative, semmai di far come si vuole, che è tutta un’altra cosa.

La moda aiuta e non aiuta.

Un tailleur anonimo non mette una signora al riparo dal cattivo gusto più di un completo vistoso, o di un abito aderente.


Oggi la questione è complessa. Non sono scomparse solo le mezze stagioni, ma anche la mezza eleganza; alle donne è richiesta molta più eleganza propria.


Per scegliere un abito che non sia anonimo ma nemmeno eccessivo, bisogna prima decidere che cosa si vuol comunicare indossandolo.I residui delle vecchie regole però possono aiutare: senza maniche è più difficile essere eleganti che con; la minigonna obbliga a grandi esercizi di portamento e di postura.


L’uso di un unico colore deve essere motivato da una scelta estetica forte, riconoscibile; le scollature e le sbottonature donano solo se moderate e allusive.


Si tratta di mostrare il carattere, lo stesso che si sfodera quando si acquista un abito molto originale e subito si pensa di usarlo tutti i giorni, opportunamente accessoriato, smorzato o esaltato. Lo stesso scegliendo sempre il classico con la capacità di farne qualcosa di speciale, o scegliendo un tailleur appena eccentrico, uguale a nessuno ma canonico, e couture. Unica via sbagliata: puntare sull’anonimato, nessuno vi prenderà sul serio.


Gli errori da evitare assolutamente:

- sottovalutare il potere eversivo dell’eccentricità !

- sottovalutare l’abito che si indossa la mattina !

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