domenica 28 settembre 2014

In breve la leggenda della nascita di Roma




La leggenda dice che il dio Marte e la vestale Rea Silvia un giorno si incontrarono e si innamorarono perdutamente. 
Dopo nove mesi nacquero due gemelli, forti e robusti come il loro padre. 
Ma il cattivissimo Amulio, zio dei due gemelli e re della città di Albalonga, fece imprigionare Rea Silvia e ordinò ai suoi servi che i gemelli fossero messi in una cesta e gettati nel fiume Tevere, affinché la corrente li trascinasse via e li portasse via per sempre. Amulio temeva che da adulti i due bambini potessero governare al suo posto.
 
Proprio in quel giorno, il Tevere era straripato e, quando le acque del fiume si ritirarono, la cesta si incagliò fra i cespugli sotto il colle Palatino
Fortunatamente una lupa che passava vicino al fiume trovò i due bambini, si avvicinò a loro, cominciò a nutrirli con il suo latte e a riscaldarli. 



Poco tempo dopo Faustolo, un pastore che abitava da quelle parti, vide con grande stupore la lupa con i gemelli e decise di portare i due bambini a casa sua e di adottarli.
Il pastore chiamò i suoi figli adottivi Romolo e Remo e li allevò con molto amore. 

Quando furono grandi, Faustolo disse loro di non essere il vero padre e raccontò tutta la verità. 

Saputa la loro storia, Romolo e Remo uccisero il perfido Amulio e liberarono la madre, Rea Silvia
Decisero inoltre di fondare una città, proprio sul colle dove la lupa li aveva allattati.
Chiesero consiglio all’indovino per sapere chi avrebbe dato il nome alla città e chi ne sarebbe diventato il re. 
L’indovino rispose che Romolo doveva andare sul colle Palatino, mentre Remo sull’Aventino. 

Da lassù avrebbero guardato attentamente il cielo, studiando il volo degli uccelli per capire che cosa avevano deciso gli dei. 
Remo fu il primo a vedere un gran numero degli uccelli: sei avvoltoi con le ali immense che volavano proprio sopra la sua testa.
Ma poco dopo Romolo ne vide ben dodici. A quel punto i due gemelli cominciarono a litigare: – Sono stato io a vedere gli uccelli per primo! Disse Remo.
- Ma io ne ho visti molti di più! Esclamò Romolo – quindi sarò io il re della nuova città e la chiamerò Roma. Poi prese un bastone, disegnò un grande quadrato per terra e disse: – Ecco i confini della mia città. 

Nessuno dovrà superarli senza il mio permesso.
 

Ma Remo, arrabbiatissimo, non lo ascoltò e calpestò la linea tracciata dal fratello. 
Romolo allora tirò fuori la spada e ripeté: – Chi passerà il confine senza il mio permesso, morirà – e uccise Remo
Romolo diventò il primo Re di Roma e governò con saggezza, aiutato da cento senatori.

E la sua città diventò la più bella e grande città di tutto il mondo antico, capitale di un immenso impero.

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