lunedì 22 settembre 2014

Lissone, Brianza. Capitale del mobile design e non solo.






Lo sviluppo del Mobile a Lissone ha radici lontane: già agli inizi del Novecento fioriva l’industria del legno, del compensato, del tranciato, degli specchi, degli accessori in metallo, dei marmi, dei tessuti e delle vernici, mentre i falegnami brianzoli giravano l’Africa e il sud America alla ricerca di tronchi pregiati.





Per gli artigiani di Lissone giocò un ruolo fondamentale l’esigenza di arredare la Villa Reale di Monza, che fece collaborare falegnami, vetrai, decoratori, tappezzieri, marmisti e impiantisti.
Dagli anni ‘20 si aprì una fase di progressi tecnici accompagnati da un interessante movimento di idee e progetti nel campo delle arti figurative, e con la metà del secolo scorso prese avvio lo sviluppo legato al mercato dell’arredamento di massa.


Il distretto visse una fase di sviluppo fino alla fine degli anni ‘60, con un andamento eccezionale nell’immediato periodo postbellico, fra il 1945 ed il 1960, connesso alla rapida crescita del reddito delle famiglie italiane e al fenomeno dell’inurbamento, che fecero decollare la domanda dei beni del “sistema casa”.
Il territorio diede vita ad una “area sistema” integrata e diversificata per l’arredamento, dove le relazioni intersettoriali e infra-settoriali costituivano la regola. 

Un reticolo di piccolissime imprese collegate fra loro da relazioni di interdipendenza e complementarità.
A partire dagli anni ‘70 il numero delle imprese cominciò a ridimensionarsi, così come l’occupazione. 


Si è avviato da allora un processo di trasformazione, che nella prima fase ha comportato il diffondersi del processo della subfornitura ed un riposizionamento del sistema di prodotto sul “su misura”, per poi passare al “su disegno”, personalizzando il prodotto sempre di più sulle esigenze del singolo cliente.
Negli anni '90, inoltre, in una fase che non è ancora conclusa, il distretto ha dovuto affrontare i cambiamenti profondi del sistema tecnologico, della domanda, della competizione estera e del sistema distributivo.

Il Grande Design Milanese del movimento moderno è diventato realtà nelle botteghe di Lissone, che misero a disposizione il proprio ingegno ai designer, per trasformare i progetti in oggetti.
Inoltre, un ruolo importante è ricoperto dal Salone del Mobile di Milano, che rappresenta importanti occasioni di aggiornamento sulle tecnologie, sui materiali e sul design. 

Oggi a Lissone sono presenti 173 negozi di arredamento e 248 aziende produttrici nel settore legno arredo design.  


Le imprese si distribuiscono nel tessuto produttivo della città, i negozi si concentrano nelle due vie di accesso: via Carducci e viale della Repubblica, componendo un enorme salone dell’arredamento a cielo aperto che rappresenta tutta la gamma di produttori dei mobili italiani.

Nel 1964 prese avvio il Premio Lissone, che per oltre vent’anni poté contare su partecipanti illustri come Ennio Morlotti, Renato Birolli, e Valerio Adami


Nel 2000 nacque il Museo di Arte contemporanea, che oltre ad ospitare la collezione permanente derivante dallo storico Premio, propone con continuità esposizioni, incontri e concerti. 

A Lissone è presente la più grande Biblioteca del Mobile e dell’arredamento in Europa, nata nel 1941 grazie alla Scuola Professionale locale, che si impegnò a costruire “una biblioteca tecnico-artistica rivolta a tutti coloro che si occupano della lavorazione del legno e della costruzione di mobili”.


Un fiore all’occhiello è l’Istituto del legno del mobile dell'arredamento G. Meroni (IPSIA): la più grande scuola europea del Legno, che vanta 130 anni di storia e da cui tutti i mobilieri lissonesi sono passati. 
La scuola continua a preparare tecnici e creativi, linfa vitale per la continuità del patrimonio imprenditoriale lissonese.


mercoledì 17 settembre 2014

I ghirigori di Eva ispirano la mamma artista!

 
 
 
Ecco una mamma, artista, che trova l'ispirazione nei ghirigori della sua piccola musa.
Ruth, la mamma e Eva, la figlia di 2 anni, formano una bella equipe!
 
 
 
La piccola, come tutti i bambini, pasticcia tutto il giorno. La mamma, l'artista tedesca Ruth Oosterman si lascia ispirare dalle linee astratte del suo tesoro.. e il risultato é fenomenale!
Visi, uccelli, paesaggi, tutti i ghirigori di Eva prendono vita attraverso la creatività di Ruth..

Scopri di più sul sito di Ruth www.ruthoosterman.com

lunedì 15 settembre 2014

Il Made in Italy, orgoglio italiano




L'espressione Made in Italy, orgoglio per i produttori italiani, rappresenta la qualità, la creatività e l'inventiva. 
Infatti molto spesso i prodotti italiani sono riconosciuti come prodotti di alta qualità, curati nei dettagli, creativi nel disegno e nelle forme.

Non è sempre stato così. 
Infatti originariamente l'espressione Made in Italy aveva un significato quasi negativo. 

L'espression fu imposta ai produttori italiani negli anni '60 dalla  Francia e dalla Germania, che avevano abbandonato l'industria povera del tessile e della calzatura, per segnalare ai loro cittadini che i prodotti non erano realizzati nelle loro nazioni.

Oggi invece i  marchi italiani sono molto apprezzati nel mercato internazionale per il loro design innovativo e per la qualità dei materiali. 


Nel campo della moda il Made in Italy conta nomi d'eccellenza come Valentino, Giorgio Armani, Dolce & Gabbana e Prada






Nel campo delle automobili e delle moto spiccano Ferrari e Ducati con grandi designers e architetti italiani come Giorgetto Giugiaro, Sergio Pininfarina e Massimiliano Fuksas che hanno firmato progetti internazionali.



Gli oggetti culto come la Vespa e la caffettiera sono diventati
simboli di arte di vivere all'italiana.


 
Fiore all'occhiello e "Patrimonio dell'umanità", la cucina italiana

Ricca e variegata riflette le tradizioni e i costumi di ogni regione italiana. 


La pizza e la pasta sono certamente i piatti più conosciuti e apprezzati. 
Ma anche specialità regionali come il risotto allo zafferano, il pesto alla genovese e la bistecca alla fiorentina sono ormai diventate ricette italiane. 

Comune denominatore di tutta la cucina italiana il buon vino che conta nomi eccellenti quali il Cannonau sardo, il Chianti toscano, il Barolo piemontese e il Verdicchio marchigiano.

L'Italia è per questo stata soprannominata il Belpaese dove trascorrere una "dolce vita".

Insieme alle parole "Pizza" e "Pasta", è l'espressione "Made in Italy" a richiamare, in tutto il mondo, l'idea di "prodotto italiano".  

Qualità-Stile-Immagine-Fama-Prestigio sono le caratteristiche garantite dalla certificazione del Made in Italy.

martedì 2 settembre 2014

Charlie Brown e i Peanuts...






I Peanuts sono la striscia a fumetti più famosa del mondo, pubblicata quotidianamente tra il 1950 e il 2000, quando morì a 77 anni il suo autore Charles Schulz. 

Ancora oggi le repliche delle strisce sono distribuite e pubblicate ogni giorno sui quotidiani di decine di paesi del mondo: in Italia, dal Post. 




La popolarità e l’influenza della striscia – e dei suoi personaggi più famosi, soprattutto Charlie Brown, Snoopy, Linus – si è estesa nel tempo a tutti i media e alla vita quotidiana di mezzo mondo, attraverso i loro caratteri, le loro battute, il radicamento delle loro consuetudini, e una quantità straordinaria di efficacissimi aforismi e citazioni. 
Le frustrazioni, insicurezze, illusioni, ansie, dei personaggi bambini hanno sempre rispecchiato quelle dei lettori adulti aggiungendovi tenerezze infantili che hanno sempre appassionato i lettori bambini: costruendo nel tempo un successo presso generazioni diversissime. 

Il nome Peanuts venne scelto dal distributore della striscia citando quello di un pubblico di bambini in uno show televisivo dell’epoca, e si è sempre detto che a Schulz non piacesse. 

Ma come dice Lucy Van Pelt, «più si invecchia, meno si è sicuri rispetto a un sacco di cose».

giovedì 21 agosto 2014

Il lusso dei giovani rampolli più ricchi del mondo




La vita dei ragazzi più ricchi del mondo diventa "viral", "social" e anche - spesso -  di cattivo gusto...


Instagram, la popolare "applicazione" gratuita che permette di scattare foto, applicare filtri e condividerle su numerosi servizi di social network, ora mostra  anche i momenti della vita dei ragazzi più ricchi del mondo.

Tutto ha avuto inizio quando è stato creato l’account "Rich Kids" un tumbrl ad opera di un anonimo che ha iniziato a postare le foto che mostrano la vita da super-ricchi di non meglio precisati ventenni figli di papà.


Il sito americano Izismile ha elezionato esempi significativi di questo fenomeno: i ritratti dei giovani rampolli sfoggiano con arroganza il loro benessere.

Al polso Rolex d'oro, il jet usato per andare a scuola, il carlino legato al fregio di una Bentley, il super yacht con a bordo champagne che scorre a fiume ed elicottero al seguito...
I giovani rampolli hanno tutto e ancora di più, una gioventù off limits e un'arroganza che non li rende simpatici.
 

martedì 19 agosto 2014

Lo Sporting Club di Monza, un luogo unico!




Lo Sporting Club di Monza é il "salotto" e la "porta" di Monza e della Brianza. 



Lo Sporting Club di Monza é un circolo privato dove i Soci diventano amici, dove si stringono collaborazioni di lavoro, si rivelano affinità di gusti culturali, si pratica una sana sportività e si coltivano interessi comuni nei confronti della società che lo circonda.




La splendida cornice della Club-House e del parco costituisce una vera seconda residenza per i Soci, in cui è possibile invitare un cliente importante, gli amici e i familiari, oppure rilassarsi o partecipare alle innumerevoli iniziative che il Club organizza con periodicità settimanale. 




L'ospitalità che vi si pratica è riservata e di grande signorilità, in un'atmosfera tranquilla che consente l'instaurarsi di relazioni che altrove la fretta della routine impedisce.




Gli oltre 500 Soci costituiscono uno spaccato della parte più attiva e prestigiosa della società di Monza e Brianza, senza distinzioni di origine e livello culturale. 

La particolare impostazione associativa è la formula che ha consentito il successo. 

Lo Statuto, infatti,  non pone discriminazioni all'ingresso, salvo il rispetto di alcune formalità, nè prevede obblighi oltre le comuni regole di comportamento civile necessarie in ogni comunità.


Le manifestazioni culturali e sportive stimolano le partecipazione alla vita associativa, suscitano consensi e trovano echi anche fuori dal Club, attirando ospiti e frequentatori di rilievo anche esterni al novero dei Soci. 

Oltre alla vita del Club,sono spesso proposte iniziative solidari finalizzate ad aiutare i meno fortunati, dando lustro e prestigio alla compagine e ai suoi componenti.



La ex-Villa Tagliabue, costruita nel corso degli anni '30, è stata ristrutturata in modo estremamente funzionale ma conservando il fascino degli ambienti di una dimora di classe dei tempi d'oro di questa tipologia residenziale. 


Il grande parco ospita conifere di diverse specie, faggi marginati, cedri Atlantic e numerosissime aiuole e arbusti che in stagione fioriscono di mille colori. 



 


Dominatrice, con il suo impatto visivo, dell'intera struttura è la famosa piscina a doppio cuore, un unicum architettonico che però è anche palestra di sportività e oasi di relax. 


Accanto, il giardino d'inverno che ospita la sala che viene adibita a ristorante e sala da ballo e da concerti.




Un po' di storia :

Lo Sporting Club nacque in un giorno d'inverno del 1966, tenuto a battesimo dal notaio Antonio Mascheroni, che registrerà l'atto in Desio il 3 febbraio di quell'anno. 

I Soci fondatori erano 30, con 5 probiviri e 18 consiglieri eletti nella prima assemblea. 

Il successo fu fulmineo, in un'epoca  in cui le notizie viaggiavano per passaparola. 

Ad aprile infatti i Soci erano già 99 e da allora non si sono più fermati. 

Ma la storia del Club, almeno della sua parte più visibile, la sede con le sue attrattive, risale a diverso tempo prima.
 
La splendida sede sociale è infatti Villa Tagliabue, dal nome del proprietario che, acquistatala negli anni '30, la portò progressivamente, il giardino fu finito solo nel 1960,  allo stato attuale modificando profondamente l'impianto della residenza preesistente. 

Ettore Tagliabue era un facoltoso petroliere che, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, fece della sua casa monzese il centro di un brillante giro di società nazionale e  internazionale. 

Nel settembre 1954 la villa ospitò persino Filippo di Edimburgo, da pochissimo principe consorte della regina Elisabetta. 



Ettore Tagliabue lo aveva infatti incontrato al Gran Premio Ippico di Merano, vinto da uno dei purosangue della sua scuderia.

Viene dall'iniziativa di Ettore Tagliabue, o meglio dalla volontà di esaudire il desiderio della sua compagna di allora, la famosa soubrette Elena Giusti, la componente architettonica più distintiva dell'intera villa e oggi del club: la piscina. 




La famosa piscina a forma di due cuori intrecciati sostituì così la precedente piscina banalmente rettangolare, e oltre alla committente originale ospitò  le bracciate di donne famose come Ljuba Rosa (poi Rizzoli), la diva dei “musical acquatici” Ester Williams e la grande Ava Gardner


Del resto, i personaggi dello spettacolo erano ospiti frequenti a Villa Tagliabue: Walter Chiari, Gino Bramieri, Carlo Dapporto, Macario, l'attrice Lea Padovani.  

Un altro segno di continuità con la vita sociale del Club, punteggiato da feste e spettacoli animati da artisti di fama ancora oggi.
 

L'emploi du temps des plus grands créatifs...

 



En lisant des posts sur le site de Cadre Emploi je suis tombée sur un article amusant et intéressant d' Elodie Buzaud que j'ai envie
de partager...

Pour être créatif il faut du désordre, de l’imprévu, de la désorganisation, croyait-on. 
Ce n’est pas vrai. 
Pas le moins du monde. 
La preuve, avec les emplois du temps millimétrés de Balzac, Flaubert, Hugo et 23 autres artistes, musiciens et penseurs.



Aussi étonnant que cela puisse paraître, de nombreux artistes le reconnaissent : leur créativité repose sur… une vie routinière. L’écrivain Gustave Flaubert  en était convaincu. 
« Soyez régulier et ordonné dans votre vie pour être violent et original dans votre travail », écrivait-il. 
Comme lui, de nombreux artistes - Victor Hugo, Honoré de Balzac, Pablo Picasso, etc. -  étaient réglés comme du papier à musique. 




Ce qui a permis à Citrix, entreprise spécialisée dans les solutions de travail mobiles, d'utiliser les données disponibles sur leurs emplois du temps (1) pour promouvoir son nouveau logiciel de gestion de projet mobile via une infographie interactive (ci-dessous). 
Celle-ci détaille les routines quotidiennes de 26 artistes, écrivains, musiciens et penseurs.

Routiniers, mais pas conformistes

S'ils avaient des vies bien réglées, elles n'étaient cependant pas tout à fait conventionnelles... Loin de là ! 
Flaubert ne se couchait jamais avant 3h du matin. 
L’écrivain Honoré de Balzac se levait à 1h du matin pour travailler et le romancier Franz Kafka n’était jamais couché avant 6h, bien qu’il se levât à 8h. 
D’autres avaient un rythme plus raisonnable. 

L’écrivain russo-américain Vladimir Nabokov se couchait à 23h, se levait à 7h, et travaillait de 9h30 à 17h. 
Mais tous ne travaillaient pas autant. 
 
 
Le philosophe Emmanuel Kant n’écrivait pas plus d’une heure par jour, de 6h à 7h du matin. 
À l’inverse, Balzac consacrait 13 heures par jour à l’écriture et Voltaire 16h30 !

Travail, détente, socialisation et exercice

Le point sur lequel tous s'accordent, c'est la détente et la socialisation. 
Les 26 artistes y consacrent chaque jour du temps. 
Ils voient tous du monde et prennent le temps de se détendre. 

L’écrivain américain Mary Flannery O’Connor occupait ses après-midi à recevoir, entretenir son jardin et soigner ses oiseaux. 
Nombreux écoutaient tous les jours de la musique. 

Parmi eux : l'écrivain et homme politique Benjamin Franklin ou l'essayiste William Styron
D'autres jouaient aux cartes, comme Victor Hugo et Sigmund Freud. 
Certains, comme Beethoven ou Kant, ne pouvaient se passer de vin. 
Ce qui ne les empêchait pas de faire de l’exercice. 
Surtout de la marche. 
Kant marchait une heure par jour, tout comme le compositeur Beethoven, Flaubert, Kafka, Tchaïkovsky et Richard Strauss. 
Et si c'était ça, le secret de leur créativité ? 
En attendant de le savoir, lire leurs œuvres et écouter leur compositions ne pourra que booster la vôtre. 



Cliquez sur l'image pour voir la version interactive.
(1) Pour réaliser cette infographie, Citrix c'est appuyé sur le livre Daily Rituals, de Mason Currey, paru l'année dernière.

Elodie Buzaud © Cadremploi