martedì 5 gennaio 2010

Il progetto Mendini e Pesce per Lovere


Il Centro Civico Culturale di Lovere (Bergamo) ha una superficie di circa 1.000 metri quadrati. L’organismo è su due piani e ha due ingressi.


Il principale si apre sulla piazza del porto turistico, l’altro sulla strada posteriore, più alta. Dalla lunga vetrata al piano terreno si accede alla vasta piazza e al lago.

Dalla balconata del primo piano si vedono il lago e gli alberi delle barche a vela, stando seduti sui cinque enormi, coloratissimi divani di Gaetano Pesce.

Uno ha la forma dell’acciaieria che da più di 150 anni è simbolo della Lovere industriale; uno ricorda l’Accademia Tadini, dai primi dell’800 simbolo della Lovere culturale; gli altri tre rappresentano la natura del luogo, le onde, le montagne che si specchiano nelle acque, e l’aurora, simbolo di speranza.

Il pavimento è altrettanto colorato e inaspettato: una sequenza di stilemi e forme dritte, tonde, sinuose, spigolose che si combinano gli uni nelle altre, formando figure ogni volta diverse.

La sala dedicata ai bambini ha le librerie senza foto di spigoli, e i piani d’appoggio di vari colori; tavoloni e tavolini di legno massiccio giocano con seggioline, piccole Panton di Vitra; vi è anche una zona morbida per i salti e le capriole.

Lungo i due scaloni che salgono al primo piano sono collocate le vetrine in legno di pero che custodiscono il Fondo Marinoni, preziosa collezione di libri antichi, finora chiusa in angusti scaffali, che può ora essere vista in tutta la sua qualità ed essere consultata facilmente.


Un’altra zona di divani colorati è a piano terra, accanto al bancone circolare della reception con piedoni di gomma, così come i totem delle postazioni Internet e le sedie per gli adulti.

I tavoli per leggere e studiare (con i collegamenti multimediali predisposti) hanno come piano di lavoro la riproduzione ingrandita di una rara serie di documenti della storia di Lovere, che viene dal monastero delle Clarisse (sono gli esercizi di calligrafia delle ragazze che, nell’800, frequentavano l’educandato interno al monastero).

La sala-studio, intitolata alla memoria del sindaco Vasco Vasconi, è insonorizzata, così come protetto è il laboratorio attrezzato per ospitare corsi, conferenze, concerti, proiezioni.

E poi ci sono varie migliaia di libri, divisi per sezioni, descritte per titoloni a grandi lettere sul fianco di ciascuno scaffale.

Il lavoro di progettazione ha coniugato continuamente forme e colori tipici della contemporaneità, con riferimenti e segnali importanti della storia locale.
Link correlati:http://www.ateliermendini.it/

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